martedì 18 gennaio 2011

Documento di presentazione

RETE PER GLI SPAZI CONDIVISI

1) analisi del contesto culturale e sociale
La città di Taranto vive, negli ultimi anni, una positiva fase di risveglio culturale e sociale. Sono sempre più frequenti le manifestazioni culturali che si accavallano: presentazioni di libri, concerti con band emergenti locali, spettacoli teatrali e quant’altro. Senza alcun dubbio la nuova sensibilità ambientalista, che ha fatto breccia nei cuori dei più giovani concittadini, è stata una delle scintille che ha causato il risveglio tanto aspettato e agognato. La nascita di una nuova coscienza civica, di un rinato interesse per i destini del proprio territorio, una sempre più pressante volontà di rimanere nella città natia e lottare per renderla vivibile.
Tale rinascita culturale poggia le proprie basi in associazioni e comitati che hanno deciso di scommettere su Taranto perché a Taranto vogliono operare e svilupparsi. Nonostante le buone intenzioni che da tutti sono riconosciute, gli operatori culturali e sociali si scontrano con alcune mancanze ataviche che caratterizzano la città. Il periodo di crisi economica di questi mesi spinge gli amministratori, nazionali e locali, a relegare la cultura, secondo una scala di priorità, in una posizione secondaria. Non si comprende, invece, di come possa essere proprio la cultura una delle molle che può risollevarci dalla crisi attuale perché è solo attraverso essa che si potranno trovare le risposte alle difficoltà attuali.

2) ruolo società civile per rinascita della città
L’attività gratuita proposta dai cittadini in modo libero e volontario è un importante momento della partecipazione alla vita civile, attraverso iniziative di solidarietà, di giustizia sociale, di altruismo o di informazione e animazione.
Indipendentemente dal soggetto a cui sono rivolte tali attività, che si tratti di persone in difficoltà, tutela della natura e degli animali, conservazione del patrimonio artistico e culturale, non si può negare l’importanza dell’impegno di cittadini che dedicano le proprie energie attraverso proposte alternative e costruttive, di fronte a problemi non risolti, o non affrontati, o mal gestiti dallo Stato e dal mercato. Tali organizzazioni (che non rispondono alle logiche del profitto o del mercato) possono essere un valido supporto grazie alle professionalità in esse esistenti, essendo immerse nel contesto e percependo in modo chiaro i bisogni e gli umori dei diversi ambiti sociali, dal mondo della cultura alla strada e alle periferie.

3) definizione delle esigenze e dei bisogni  
Questa città soffre di una profonda mancanza di fiducia, vige il sospetto, la rassegnazione di fronte alla delinquenza e questo impedisce di intraprendere anche attività economiche. La mancanza di spazi sociali di aggregazione impedisce la naturale costruzione di legami amicali e di fiducia che possono, invece, rappresentare la rinascita di una coscienza sociale condivisa, anche in ambiti sociali nei quali le agenzie del territorio preposte, non riescono ad arrivare. Questo clima ostacola l’attività delle singole organizzazioni ponendole in costante competizione per aggiudicarsi le esigue risorse, esacerbando le relazioni e impedendo la promozione delle rispettive proposte. Molte associazioni del territorio posseggono una memoria storica e artistica senza la quale non potremo mai sperare in una reale rivitalizzazione del centro storico, attraverso la conoscenza delle risorse locali e un radicamento delle nuove generazioni per evitarne l’esodo. Le associazioni sono essenziali per diffondere quel cambiamento culturale necessario a stimolare nuove alternative economiche, l’accoglienza turistica e il rispetto del territorio, ponendosi come esempio per nuovi stili relazionali orientati al rispetto delle diversità e all’etica della relazione. La creazione di una Casa della Cultura, ricca di laboratori (teatrali, musicali, pittorici, di fumettistica), di un luogo adibito per l’esibizione delle band musicali locali, di una sala per riunioni e presentazione di libri, il tutto fruibile dalle associazioni e dai cittadini desiderosi di organizzare eventi culturali, costituirebbe un grande passo in avanti per Taranto, un segnale positivo che possa ridare speranza ad un territorio troppo spesso maltrattato.
4) principio di sussidiarietà
Seguendo le indicazioni che la nostra Carta Costituzionale ci ha dato con l’art.118 , rileviamo come il principio di sussidiarietà orizzontale porta da un lato l’Amministrazione a delegare alcune funzioni sociali agli operatori che sul territorio agiscono e per quest’ultimi, dall’altro, comporta un’assunzione di responsabilità nella gestione di servizi rivolti alla cittadinanza.

5) presentazione della rete e degli aderenti alla stessa, attività che le associazioni prevedono di realizzare, idea di struttura e regolamentazione 
Le associazioni e i movimenti di Taranto, per far valere con forza e decisione il diritto agli spazi pubblici e per rispondere al meglio al principio di sussidiarietà, hanno deciso di far fronte comune e, attraverso vie democratiche e legali, si rivolgono alle amministrazioni competenti per richiedere una risposta al riguardo. In tal senso, la rete di associazioni, firmatarie della presente lettera, hanno intenzione di presentare concretamente progetti di valorizzazione di strutture di proprietà delle amministrazioni locali, garantendo una gestione delle stesse basata su regole condivise e democratiche, il più trasparenti e partecipate possibili. In tal senso, si può prospettare la costituzione di un comitato di gestione degli spazi costituito dai rappresentanti delle diverse associazioni aderenti, il tutto con la supervisione dell’Amministrazione concedente. L’idea della creazione di una Casa della Cultura ha la finalità di includere, aggregare e spingere alla cooperazione gli operatori culturali di Taranto, mantenendo integra l’identità e l’indipendenza che le varie associazioni e movimenti hanno acquisito nel tempo.

6) ricadute culturali ed economiche sul territorio 
La città necessita di un luogo di confronto, un luogo che sia fucina di idee nuove che ci possano far apparire meno buio il futuro dinanzi a noi. La Casa della Cultura costituirebbe l’occasione per riqualificare immobili spesso abbandonati e dallo scarso valore di mercato ma che potrebbero costituire una nuova speranza per la città, certi che solo attraverso il confronto e la discussione democratica una comunità, come quella di Taranto, possa crescere.